Nymous67

Nymous fa vedere come, una piccola passione, possa diventare un sogno. Un piccolo servitore è pronto a lanciare il suo marchio, il suo “io”. Nota bene che ci saranno novità pure qui! Oltre alla mia pagina social Nymous67 , anche il sito può essere guardato da tutti, da grandi e piccini, per essere lì con te nella spensieratezza dell’immagine di un vero.

Cosa contiene Nymous? Semplicemente dei miei testi, composti tramite la tastiera, di esperienze accadute, di sfoghi e di concetti che si basano sulla mia vita e di ciò che voglio ottenere tramite la condivisione.

Eccovi alcuni esempi di Nymous:

WAKE ME UP

Svegliami Svegliami da questo putiferio Una volta mi chiesero: “come è capitato?” Nulla, è la normalità questo criterio Dove lì i soldati avevano il nemico puntato.

Svegliami Quando tutto ciò inizia Una veglia ormai propizia Alla luce degli animi caldi Freddi ai fossi profondi

Svegliami Sono sorpreso da esso Colmato di Spirito d’osso Di ferite, buchi e graffi Con una graffetta che li prende tutti

Svegliami No, dormo Preferirei sognare uno stormo Che vedere una vita che trasformo In una bussola, che gira e rigira…

AIUTO, il sonno indebolisce…la veglia aiuta, affronta varie bisce.

In questa poesia Nymous implora aiuto, una “sveglia”, proprio il termine al principio di ogni strofa del componimento.

Nella prima delle cinque strofe il poeta ha una concezione della vita come una battaglia (“putiferio”…”dove lì i soldati avevano il nemico puntato”) ma che va combattuta razionalmente, con un “criterio”. La sua richiesta al compagno è quasi di disperazione, con ben due “svegliami”.

La seconda strofa si avvicina ai nostri giorni, con un’allusione al natale e a tempi di rinascita e accoglienza (“una veglia ormai propizia”). Ci riporta in un’atmosfera più naturale e rilassata, differente dal conflitto precedente.

Nella terza il poeta è scaraventato in un mondo spaventoso, dove il corpo è distrutto (“osso”, “ferite, buchi, graffi”), e dipende tutto da una piccola graffetta, a sottolineare l’instabilità del suo animo. La sua fisicità è “svegliata” di colpo, è sorpreso dallo spirito che è in lui.

Nella quarta strofa è catapultato in un’ulteriore dimensione, più onirica: il sogno in un contesto di viaggio (“stormo”, “bussola”). Anche il concetto di trasformazione è presente: la poesia sta giungendo al termine e ha fatto il suo compito, ossia svegliarlo in tutti i suoi sensi ormai insicuri.

La quinta, formata da 2 versi, inizia con “AIUTO”, a caratteri maiuscoli. Nymous non utilizza questo tipo di carattere rappresenta un momento di rivoluzione, quasi un grido: realizza finalmente che è la veglia che aiuta ad affrontare la realtà.

Mi succede di rimanere in perenne veglia fisicamente, perché ho pressione per esami o lavori, e penso che dormire o riposarsi sia dannoso.

In realtà non è questo il senso della poesia, né della vita. Ritagliarmi il tempo per me è importante, ora lo so.

Non è del sonno che devo aver paura, ma di quella veglia che mi allontana dalla realtà, pensando solo al produrre e senza stare davanti alle “bisce”!

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ATTENZIONE!

Occhio lì

Occhio là

Noti qualcosa?

Hai occhi diversi?

Quel colore non ti si addice…

Profuma di te

Quel sorriso prestampato

Le cose possono andare meglio

Ma sto aspettando troppo a lungo

Per vedere sorgere il mio “io”

Non sentirti a disagio

È breve, non succede nulla di grave

Se stai con le mani in mano

Se preferisci il bagno alla doccia

È relax puro, goditelo.

Non sarà così per sempre

Ricorda, non stare cosi per sempre

Vedi questa?

Si, è il tuo scopo.

Ed è ancora lontano per te

Non schivare…combatti!

In questa poesia Nymous parla della vita e dei diversi modi di avvicinarsi a lei.

Nella prima strofa il poeta inizia con due versi che ricordano filastrocche semplici e spensierate (“occhio lì/occhio là”). Però si concentra sugli occhi ancora di più, e domanda al destinatario se nota qualcosa.

Poi scopre gli odori (“profuma di te”) e i sentimenti, il sorriso falso o meno (“prestampato”). Nel primo verso della seconda strofa c’è “te”: il sorriso del destinatario riporta Nymous a esso; nell’ultima “io”, perché anche se è difficile attendere e sospetta una falsità di quel sorriso, spera sempre di trovare un’altra persona sé stesso.

Nella terza la vita è “breve”, è sufficiente dunque rilassarsi senza pensare troppo ai problemi. Nel nostro mondo frenetico non c’è nulla di male nel voler essere tranquilli e pensare a sé stessi e alla propria mente (“se preferisci il bagno alla doccia”).

Ma alla fine improvvisamente cambia idea (“non sarà così per sempre”). Il destinatario si è allontanato dallo stereotipo efficiente di oggi, ma deve comunque rimboccarsi le maniche se vuole cambiare sé stesso e il mondo (“vedi questa? Sì è il tuo scopo. Ed è ancora lontano da te”). Si deve ricordare che prima o poi il lavoro sarà da fare e le decisioni scomode vanno prese: si entra entra vita.

Da come è scritto, nella vita si entra brutalmente. E la vita è piena si cose, di sensi. Mi capita spesso di sentire pressione, come mille cose in testa e di voler continuare senza prendermi una pausa. Con un sorriso prestampato come dice Nymous, con gli occhi finti che non stanno bene all’individuo, con le mie contraddizioni. Posso farlo, quel bagno. Riuscirò a riacquistare le forze e avvicinarmi ai miei scopi e alle persone che prima mi guardavano negli occhi e sentivano il mio profumo: non schivare…combatti!

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BEAT THAT

Batti questa forza

Usa questa skill e rafforza

Questo me stesso

Questo “mio io”

Questa coscienza, che non è mai colma

Del tutto, di ciò che vuoi essere

Batti questa perplessità

Uno scopo in vista con viltà

I dubbi ci saranno sempre

Ma mai come fa la lepre

Corre e basta…la tartaruga invece

È lenta, ma con furbizia vince

Batti te stesso

Che controlla me stesso

Che sorvola gli scogli

Prendi le ali e vai

Ci sono solo germogli

Ma solo cosi la tua coscienza avrai.

In questa poesia Nymous affronta la forza: fisica, come in un braccio di ferro, e quella mentale. Anche se breve presenta un ritmo serrato, appunto, forte.

Nella prima strofa (che inizia con “Batti” come le successive) l’autore si impone, parlando come a un’altra persona, di usare la forza e le proprie capacità acquisite nel tempo (“usa questa skill e rafforza”) per combattere ciò che lo blocca, come una lotta fisica. Infatti vuole raggiungere qualcosa che però sembra, a causa dei suoi timori, irraggiungibile (“questa coscienza, che non è mai colma”).

La seconda sfrutta la favola della lepre e la tartaruga, quasi per far tornare Nymous al bambino spensierato che è stato, per riproporre il tema di affrontare le “perplessità”, quegli ostacoli mentali, i pregiudizi che impediscono a noi di vedere il Pieno. Invece di correre in apparenza, cerca di riflettere con furbizia interiore (“È lenta, ma con furbizia vince).

La terza e ultima è un dialogo conflittuale tra l’Io chiuso, ostile, e il “me stesso” vero a cui il poeta vuole arrivare. Come per la favola, anche gli elementi naturali in questi versi riportano a un senso di libertà e rinascita, che è importante da ricercare nella natura, da rispettare. Una volta preso il volo, anche se sembrerà strano, ci troveremo.

Con vari riferimenti a canzoni e storie per avvicinarci di più a lui, Nymous si mette a nudo ma con fare propositivo e positivo: invece di lamentarsi combattere, ma è un combattimento umano, paziente, come quello della tartaruga. Se mi trovo a voler il meglio e provo a raggiungerlo con un “oggi o mai più” probabilmente non terminerà. Se comincio indulgente con la mia persona, con pazienza e fiducia i germogli cresceranno!

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CALL ME LOSER

Chiamami perdente

Lui è li e non si pente

Una voce arriva, sperpera quel che ha

In una macchina, non sa che non sente

La voce che lo richiama

Che lo circonda.

Chiamami perdente

Tu che ti nascondi

Tu che ti fai vedere

Tu che sei lì, ma non sei nessuno.

Non sei arrivato in porto

Che manco ti riporto.

Cacciato via da li

Dicevamo che è il classico numero due

Il perdente dei perdenti

Sei circondato da serpenti

Ma almeno tu non hai la lingua lunga

Zitto e agisci da leone.

Chiamami campione

Tu non sei altro che un campione

Un esperimento.

Una voce dall’alto mi dice “non sei perfetto”

Io dico “chiamami perdente”.

Nymous qui raffigura la figura all’oscuro, definisce il secondo posto in tutto e per tutto che, nonostante ciò, si può comunque essere soddisfatti (“Lui è li e non si pente”). Qualcuno ti convince a non mollare, ma non riesce a vincere al punto di rischiare e perdere, senza avere una lira (“sperpera quel che ha/In una macchina”): la macchina rappresenta la vita, ogni meccanismo della vettura è un’esperienza che ti rinforza e ti mantiene al sicuro.

Il vincitore si nasconde, gli basta prendere la coppa. Sa che il merito ce l’ha il perdente, se la prende con la giuria ma non è colpa sua (“Tu che ti fai vedere/Tu che sei lì, ma non sei nessuno.”): rappresenta l’insieme delle circostanze che rendono lui nervoso agli occhi degli altri.

Porta rancore per aver perso la sua battaglia (“Dicevamo che è il classico numero due/Il perdente dei perdenti”), ciò non toglie che non si arrende. Vuole arrivare fino in fondo e risolvere la questione. I serpenti sono le opinioni altrui, che lo “strozzano” portandogli a cambiare idea. Il protagonista difende il campione in un modo bizzarro: di stare “zitto e agire da leone”, fregarsene e andare avanti per la sua strada.

Torna a lottare con il campione e la giuria, il protagonista si sente appunto “non perdente” inizialmente, ma anche l’altro lo considera: tutti siamo vincitori. Vincitori di una vita felice, che siamo e dobbiamo essere grati per ciò che abbiamo: si perde solo se non si ha speranza, ma è raro. Una cosa è certa, davanti all’insulto si notano tante cose, ma ironicamente si può dire “parlami di te, non considerarmi” (““non sei perfetto”/Io dico “chiamami perdente””)

Nymous è chiaro, conosce e interpreta le opinioni altrui, sia nel bene sia nel male. Io lo verifico tutti i giorni, e sempre voglio essere presente per stare al gioco. È un periodo teso per me oggi come oggi, causa studio e fare il pendolare tra partite e famiglia. Vorrei considerarmi “vincitore” ma, causa il mio “non essere mai contento”, mi considero spesso perdente. Passerà come passa sempre, è solo il classico momento no, ma sono sicuro di uscirne vincitore. Fatti chiamare perdente, così uscirai vincitore dai serpenti😃

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LO SCHERMO DEGLI ALTRI

Non chiamare

Non messaggiare

Instagram è solo una via di fuga

Come Facebook, fa tutta sanguisuga

A te stesso

Che ti succhia il tempo libero.

L’occasione è buona per andare altrove

Come recepire ogni dove

Ogni città da vedere

Ogni vista da scorgere

Non chiamare

Non messaggiare

Non giocare!

Non si gioca al telefono

Davanti a te luci di immensità

Troppo grandi e veloci

Per te, che ti succhia il tempo libero

Non essere schiavo è ciò che desideri.

Sii padrone di te stesso,

ricolmi il vuoto con lettura

vedi altri che sono bravi

non fare come i bravi

che obbediscono e basta

sii Renzo, e ti riconosco.

Nymous qui è moderno, parla dei giorni nostri. Paragona il cellulare con la gioventù di oggi: una vita davanti a uno schermo! Bambini, ragazzi, ma anche adulti sono dentro a questa gabbia. Il poeta fa un appello subito (“Non chiamare/Non messaggiare”), non come in altre poesie dove lo troviamo solo nell’ultima strofa. Un adolescente medio passa tra le 4 e le 6 ore davanti a uno schermo: cosa potresti fare in tutto questo tempo? (“Fa tutta sanguisuga/a te stesso”)

I social sono stati inventati per scappare dalla realtà: oggi bisogna andarsene da questo mondo chiamato Internet. Nota vede e scorge un’illuminante speranza per questo scopo (“ogni vista da scorgere”).

Le luci rappresentano i sogni: grandi e veloci, ma solo se lo si vuole. Non si rincorrono i propri obiettivi dietro a uno schermo (“davanti a te luci di immensità”). Vede come la dipendenza dal telefono sia per ora “superficiale” e non si nota quanto in realtà sia più grave di ciò che si pensi!

Parla al lettore, dà consigli (“sii padrone di te stesso”): ognuno decide la vita che desidera fare. Cita i Promessi Sposi (“non fare come i bravi”): contestano e non vogliono che gli altri debbano essere felici. Renzi è contrario ai Bravi: fa di tutto per conquistare Lucia, fregandosene e pensando alla sua buona felicità (“sii Renzo”). Fare le cose che ci piacciono…gli haters non decidono per noi!

Nymous non ha mezzi termini per dire ciò che pensa. Ribadisce come veramente il cellulare ha cambiato la vita delle persone. Io tento a usare sempre meno il telefono: ad esempio, ora i testi li scrivo su un block notes e non più sulle “Note” del cellulare. Potrei sembrare incoerente dato che sono una pagina di un social network: qui almeno sono sicuro di essere letto, capito e soprattutto ascoltato! Ricorda, sii un Renzo e ti riconosco☺

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STO ASPETTANDO

Tutta la mia vita ho aspettato

Una visione ho improntato

E una grafica si mostra In vicinanza si vede un mostro

Mi meraviglia che tu veda ciò

Il paraocchi è troppo piccolo?

Ti ho aspettato, per vedere una grande cosa

Ho bisogno di pregare

Ho bisogno di stupirmi

Necessito poggiare

I dubbi rimasti, giusto per pormi

Delle domande, per sicurezza.

Aspetto me stesso

Che agisce, vede e scompare

Tra le onde del mare

Surfa, va via dalla Terra di tutti

In aria c’è la tempesta

Ma fidati, è tutta una festa.

Questo componimento è improntato sulla sua visione del mondo: nelle 3 strofe sono presenti termini riferiti alla vista (“si mostra” v 3; “per vedere” v 7; “vede e scompare” v 16). Desidera esprimere quello che prova con il mondo e con l’umanità, quello che percepisce soprattutto attraverso la vista.

Nella prima strofa si riflette il concetto di stereotipo, un paraocchi, un qualcosa di improntato stabilmente, di costruito graficamente. Il poeta cerca di nascondere le sue insicurezze e paure ma la persona a cui si riferisce lo distacca, gli fa vedere il “mostro” senza quel paraocchi che lo teneva comodo e sicuro. Questo coraggio lo meraviglia: non si aspettava tale curiosità.

Ma da quel momento quella persona diventa il suo appoggio (“necessito poggiare”), le dice ogni sua necessità, si apre con le sue povertà. Nymous ripropone il concetto di preghiera che lo avvicina a quello, la “grande cosa” che probabilmente nella prima strofa aveva rinnegato o comunque evitato per timore.

Nella terza la natura prende il suo ruolo: dalla preghiera, atteggiamento verso ciò che è apparentemente astratto, si passa all’acqua con la sua irruente forza (“scompare/tra le onde del mare”). Finalmente si fida di lui stesso (“aspetto me stesso”) e delle sue capacità, questo grazie all’amicizia profonda che l’ha cacciato dalla comodità per arrivare alla tempesta, infine alla festa.

Come Nymous scrive, abbiamo tutti un paraocchi. Il nostro è sempre grande e fermo da sempre: per fortuna alcuni sono curiosi, non temono la “scomodità” ed escono dalla cosiddetta comfort zone. Anche se ci stupisce questo, anche se tendiamo a fermarli e a dire loro che è tutto un pericolo inutile avvicinarsi alla vita vera, siamo proprio noi a seguirli. E ci rendiamo conto che anche noi abbiamo qualcosa dentro, anche noi abbiamo bisogno di pregare e siamo pieni di dubbi: ma la tempesta, tranquilli, è tutta una festa!

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VUOI QUALCOSA?

Piensa que solo hoy hay miedo

La tenebra està cerca de mi

Tu que tienes hambre

No tienes éxito

No tienes propòsito

Lo que pasa aquì es nada

No como allì

Donde el ciel es azùl

Y el mar tambien

No como aquì…donde hay suerte

Suerte de ser vivos

Suerte de estar juntos

Suerte para tener casa

Una familia

Un éxito

Hasta pronto

Porque tu eres tan seguro

De estar feliz

Sin embargo, hay suerte

Hay suerte para estar aquì

(Pensa che solo oggi c’è paura/La tenebra è vicina a me/Tu che hai fame/Non hai successo/Non hai scopo/../Quello che succede qui è niente/Non come lì/Dove il cielo è blu/E anche il mare/Non come qui…dove c’è fortuna/../Fortuna di essere vivi/Fortuna di stare insieme/Fortuna per essere a casa/Una famiglia/Un successo/../A presto/Perché tu sei così sicuro/Di essere felice/Ma c’è la fortuna/c’è fortuna di essere qui)

Nymous è spaesato, come se si trovasse nel suo incubo peggiore (“La tenebra está cerca de mi”). Vede altri messi come lui, se non peggio (“No tienes éxito/No tienes propósito”): raffigura una bolla chiusa al mondo esterno, come se tutte le persone in una stanza guardino il telefono. La cosa più bella è che questa “zona” non è il vero male, ma quando sembra tutto perfetto, con persone col sorriso grazie a una maschera. Nel tuo rifugio ti senti al sicuro, per questo ci stai molto volentieri. Il brutto? Questa bolla, questo rifugio, si chiama comfort zone.

Nel tuo rifugio non sbagli mai, ma ricorda che anche fuori dalla bolla sei felice lo stesso. Sei fortunato a essere vivo, di stare insieme ad altri (“Suerte de ser vivos/Suerte de estar juntos”): la compagnia è il pregio più grande, il lupo solitario non conta nulla davanti al bello che ti aspetta. Nymous, per la prima volta, ci rinuncia. Sa che è irrimediabile, il protagonista sta bene nel suo (“Porqué tu eres tan seguro”). Gli augura il meglio, ma sa che fine farà, perché anche il poeta si è sentito così, non ha rimediato nulla se non perdita di tempo.

Nymous non è metaforico, parla di altri come se parlasse di sé stesso. La mia comfort zone è sempre presente, io devo lottare purché essa non sia più forte di me. Non ho ancora vinto, e forse non lo farò mai ma una cosa è certa: nella bolla non ci voglio stare. È grazie a ciò che, ogni giorno, mi spinge a fare qualcosa di utile, anche nel mio piccolo. Vedo altri che vivono molto più la comfort zone di me: li cerco, voglio aiutarli ma tutto inutile. Cerca la compagnia, e se non la trovi continua a cercare, anche all’ultimo vedrai un tuo caro amico. Y tú, porque tienes suerte?

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GIRL IN MY THOUGHTS

tu ragazza tu consueta tu limpida tu presente semplicemente tu

aureola dei miei sogni illumina il mio viso illumina il mio pensiero illumina la mia giornata illumina il mio ambiente illuminami

raccontami di te quando parli mi rallegri quando parli sono felice si lo sono

bella donna stai qui con me non lasciarmi solo che mi sento prezioso quando sono al tuo fianco quando ti sono vicino

tu dolce tu come acqua tu roccia tu mia altezza verso il cielo rimani, e non ti lascerò sola.

Questo e molto altro anche nella Pagina Instagram di Nymous !!

Qui Nymous riprende le odi alla figura femminile, in particolare alla “ragazza”. Si concentra sul rapporto che ha con essa, a differenza di altre poesie più incentrate sulla descrizione della ragazza.

Nella prima strofa scrive un’ode con ripetizione di “tu” nei primi quattro versi. La ragazza è “consueta”, un termine dal suono calmo e “limpida”, concetto dunque di donna come fonte di ispirazione e tranquillità nella sua semplicità.

La seconda strofa va oltre la dimensione dell’aspetto per approfondire l’anima di lei, in versi caratterizzati da forte religiosità e riferimenti alla fede (“aureola dei miei sogni/illumina il mio viso”). Ha necessità di stare con lei perché gli dà pace. Lei, che vive nel presente (“tu presente”) insegna a vivere a lui troppo isolato dalla realtà.

Anche nella terza parla con lei facendole richieste. Non è più l’illuminare la via ma un cercare contatto fisico (“stai qui con me/non lasciarmi solo”). Lei stessa non è più solo luminosa: parla facendolo felice, acquisendo una dimensione più umana che angelica.

Diventa “donna”, maturando. Il poeta ha ancora bisogno di sentirla al suo fianco per sentirsi sicuro. Ora la donna non è più una guida celeste ma pure terrena. L’aspetto terreno si percepisce nell’ultima strofa, con i termini riferiti alla natura. Rimane però un trampolino di lancio per il cielo.

Ognuno di noi ha bisogno di sentirsi prezioso, di avere una sicurezza nella vita. Come Nymous la cerca in questa ragazza, la si può trovare ovunque, anche in noi stessi, anche se ciò è sorprendente. L’altro serve, ma come stimolo per andare oltre: chi ti fa sentire prezioso e sereno non è il fine ultimo, ma solo un sostegno per superare gli ostacoli!

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Vivi angelo, Uomo con le ali,

Straniero d’altromondo

Un prigioniero libero fra le fiamme e l’abisso,

così piccolo in un mondo assoluto

Nymous

#nymous





Immagine profilo Nymous67, all'interno la scritta "Nymous" è in forma corsiva. lo sfondo è bianco e presenta una pennellata gialla nel titolo.