
La Chiesa di san Pio da Pietrelcina si trova a San Giovanni Rotondo (FG), in Puglia. E’ il secondo santuario in Italia per estensione ed è uno dei più importanti luoghi di culto, accogliendo ogni anno pellegrini da ogni parte del mondo. E’ stata fortemente voluta dai frati Minori Cappuccini confratelli di padre Pio e dai suoi numerosi devoti, per poter al meglio accogliere le reliquie del santo e allo stesso tempo dare dignità alle celebrazione eucaristiche, in special modo quelle domenicali e con particolare affluenza. L’idea architettonica è frutto del lavoro del famoso architetto Renzo Piano, affiancato da Mons. Crispino Valenziano, che ne cura l’aspetto liturgico.
Successivamente, per aiutare i fedeli a cogliere al meglio gli aspetti salienti del loro essere pellegrini in questo luogo santo, i frati Cappuccini affidano al sacerdote P. Marco Ivan Rupnik, il percorso iconografico che prima sprona i fedeli a riscoprire il senso della loro vita di battezzati (il cammino dell’uomo nuovo) e a farsi guidare verso Cristo, facendosi aiutare dall’esempio di san Pio e del serafico padre san Francesco, e poi introduce gli stessi nel Mistero di Cristo (La reggia del Re dei Cieli), egregiamente raffigurato in tutta la chiesa Inferiore.
Per accogliere i fedeli è stato costruito un enorme sagrato (intitolato a papa Giovanni Paolo II) triangolare pavimentato con pietra di Apricena e in leggera pendenza, quasi a invitare i fedeli ad avvicinarsi alla chiesa. La sua superficie è di 8000 m² ed è caratterizzato da uno spazio delimitato a sud dal particolare campanile orizzontale, dalla monumentale croce in pietra e da otto aquilotti anch’essi in pietra, a ovest dalla vetrata della chiesa, a nord dal boschetto di 24 ulivi secolari (rappresentanti i 12 apostoli e i 12 profeti maggiori) e da 12 vasche trapezoidali, che portano l’acqua alla fonte battesimale ottagonale, e a est aperto verso il vecchio santuario.
Per garantire il rispetto dell’ambiente sono stati piantati nei pressi della costruzione 2000 cipressi, 500 pini, 30 ulivi, 400 corbezzoli, 550 mirti, 23000 lavande e 50000 edere. Per evitare sprechi, inoltre, sono innaffiati tramite un sistema di irrigazione a goccia.
La copertura
La prima cosa che giunge all’occhio attraversando il sagrato è la copertura della chiesa: realizzata con rame preossidato che regala alla struttura un colore verde-rame, è più basso nella parte in cui è posta la sagrestia (nel lato corto della struttura) per poi innalzarsi progressivamente fino a giungere nel punto più alto della vetrata di collegamento della chiesa con il sagrato.
La copertura è sorretta da travi tangenziali e radiali in legno lamellare, a cui sono connessi due ordini di tavolati in legno listellare: alla parte superiore è innestata la copertura vera e propria in rame, nella parte inferiore (il soffitto della struttura) è stato applicato un intonaco dal colore tra il beige e il color tabacco. A sua volta questa struttura è sostenuta dagli archi interni, a cui sono collegati attraverso delle staffe in acciaio.
La chiesa superiore
La chiesa superiore è suddivisa in tre ambienti: la sala liturgica, la cappella dell’eucaristia e la sagrestia.
Gli archi
Nello spazio interno ci sono i 22 archi che rappresentano la novità assoluta di quest’opera: essi, infatti, sono costituiti interamente in pietra di Apricena, varietà “bronzetto”. Il collegamento tra i diversi blocchi di pietra è stato effettuato tramite una speciale “malta” con all’interno fibre di acciaio che, in caso di evento sismico, assorbe l’eccesso di energia.
Gli archi sono disposti secondo un andamento radiale, partendo dal centro della struttura, e sono disposti lungo due file: una interna, in cui tutti gli archi hanno in comune il pilastro centrale, e una esterna. Essi sono sfasati di 10° e si riducono progressivamente in luce e altezza dal lato comunicante con il sagrato verso la sagrestia.
Presentano una graduale riduzione della sezione partendo dalle basi fino alla chiave di volta dell’arco, donando così un senso di leggerezza alla struttura.
L’arco più ampio è quello di comunicazione con il sagrato, ed è il più ampio al mondo realizzato utilizzando la pietra come materiale portante: è largo quasi 50 metri ed è alto più di 15.
Per evitare la naturale debolezza di un arco in presenza di forze perpendicolari al piano in cui giace, sono stati costruiti dei collegamenti tra i piedi dei diversi archi: per gli archi esterni è stata costruita una parete in calcestruzzo armato che collega i piedi più esterni, per quelli interni è stata costruita una membrana (anch’essa in calcestruzzo armato), visibile al di sopra del pilastro centrale.
I blocchi di pietra di cui sono composti gli archi hanno dovuto passare una lunga serie di controlli prima di essere utilizzati: dopo essere stati estratti, infatti, i blocchi venivano inviati a Montignoso dove, con le tecnologie avanzate che ha raggiunto in quei luoghi il settore marmifero, è stata possibile una lavorazione incontestabile: la tolleranza di errore nel taglio dei blocchi non ha mai superato i 3 millimetri. Nel caso delle superfici di contatto con altri blocchi, la tolleranza non superava i 0,5 millimetri.
Per raggiungere un livello di sicurezza maggiore, sono state effettuate prove in scala reale per verificare la reale resistenza del materiale.
Per la realizzazione degli archi il progettista ha in parte sfruttato studi già effettuati da Peter Rice sulle possibilità proprie della pietra.
Aula liturgica
L’aula liturgica, divisa in tre navate, presenta una pavimentazione uguale a quella del sagrato, provocando così una continuità tra lo spazio interno della chiesa e l’esterno. Presenta una leggera pendenza verso l’altare centrale formando una struttura idealmente speculare a quella della copertura, e al tempo stesso permettendo una disposizione dei banchi simile ai teatri greci. L’altare, tuttavia, è leggermente rialzato per mezzo di alcuni gradini.
Particolare attenzione è stata posta anche nella disposizione delle aperture per l’illuminazione naturale: l’intera aula liturgica è in perenne penombra per favorire la concentrazione dei fedeli, mentre lame di luce scendono verso l’altare, per mantenere l’attenzione sempre sulla cerimonia religiosa.
La cappella del Santissimo
Immediatamente adiacente all’aula liturgica è la cappella del Santissimo Sacramento. Al suo interno è posto il tabernacolo realizzato da Floriano Bodini, scolpito da un unico masso di 40 quintali di roccia lavica dell’Etna trattanti il tema dell’eucaristia. La particolarità di questo tabernacolo è il modo con cui si apre: invece di due ante, è stato realizzato un sistema di apertura scorrevole, che sposta lateralmente due formelle laterali. Con la comparsa di questi due bracci laterali, la struttura assume una forma di croce, al cui centro è posta l’eucaristia.
La cappella è collegata con l’esterno per mezzo di una vetrata, che sarà possibile oscurare per mezzo di una tendina.
La sagrestia
Ultimo ambiente della chiesa superiore è la sagrestia. Si trova nella parte in cui la copertura è più bassa, rappresentando così il suo inizio.
Il pilastro centrale
Il pilastro centrale misura metri 4,40 e poggia su un plinto di cemento armato (dal diametro di 26 metri e dalla profondità di 6 metri) su cui si racconta una storia particolare: per realizzarlo occorrevano condizioni meteorologiche particolarmente miti, ma era l’11 febbraio del 1998 quando cominciarono le opere per realizzare la gettata, e la temperatura fin a poco tempo prima era rigida. Al momento della gettata il clima divenne particolarmente mite e vi rimase fino al termine della stessa avvenuta il 14 febbraio (74 ore dopo), dopo di che il tempo tornò rigido. Per la realizzazione è stata creata una speciale miscela di calcestruzzo che garantiva nel momento dell’indurimento e maturazione che non si creassero temperature troppo elevate per evitare spaccature nel cemento.
La chiesa inferiore
La chiesa inferiore con la tomba di San Pio.
Sfruttando l’altimetria del sito, è stato possibile costruire anche una chiesa inferiore, così come avvenuto per la basilica di San Francesco d’Assisi. È di dimensioni più raccolte, ed è divisa in vari ambienti:
- la cripta, dove il 19 aprile 2010 è stata traslata la salma del santo, di forma semicircolare e coperta da una serie di volte coniche che si dipartono dal centro (luogo in cui è posta la salma);
- tre sale conferenze di 249, 292 e 366 posti;
- sale di accoglienza dei pellegrini con relativi servizi e zone per i gruppi di preghiera;
- la penitenzieria, interamente insonorizzata, al cui interno sono posti 31 confessionali;
- non è presente, contrariamente a quanto voleva il Santo, alcun genere di inginocchiatoio.
Il collegamento con la parte superiore è realizzato con una scala elicoidale, ma è possibile raggiungere la chiesa inferiore anche con una rampa o un ascensore.
La pavimentazione è uguale a quella del sagrato e della chiesa superiore.
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Per ulteriori info riguardo gli orari di celebrazione delle messe o contatti, visita il sito ufficiale, cliccando il seguente link https://www.google.com/search?q=conventosanpio&oq=conventosanpio&aqs=chrome..69i57j0i13j46i13i175i199j0i13i30.4232j1j7&sourceid=chrome&ie=UTF-8#