FOOTBALL AMERICANO IN ITALIA

STORIA: Il College football e la NCAA; La NFL

COME ARRIVA IN ITALIA: Prime idee di campionato; Divisione e riunificazione

IL GIOCO: Il campo; Attacco, difesa e special teams

I CAMPIONATI ITALIANI: Le Divisioni

VECCHIE GLORIE

STORIA

Quando si sente parlare del football americano spesso è messo in relazione al rugby, a meno che non veniate dagli Stati Uniti, e non è del tutto sbagliato pensarlo, si potrebbe dire che il primo è come un “figlio” del secondo.

Nella seconda metà del 1800 il rugby a 15 sbarca negli Usa e in Canada ma quasi immediatamente inizia ad essere modificato, soprattutto nel regolamento, e a prendere quindi una direzione molto diversa dallo sport che conosciamo oggi. Nel 1861 alcune squadre di Boston, soprattutto universitarie, adottarono una prima forma di regolamento. 8 anni dopo, grazie alla partita tra Rutgers e Princeton del 6 novembre 1869, lo sport inizia a diffondersi e ad acquisire notorietà.

I problemi iniziali erano dati dal fatto che le squadre non adottavano tutte lo stesso regolamento, per questo nel 1873 iniziarono ad esserci riunioni tra allenatori e giocatori per redigerne un’unica versione. A partire dal 1880 cominciano ad essere scritte alcune regole che oggi sono alla base del football, come quelle dello scrimmage (lett. “mischia”) e degli 11 giocatori per squadra in campo entrambe scritte da Walter Camp.

Il College football e la NCAA

Il football americano iniziò a diventare uno sport molto seguito soprattutto nei college, fin dai primi anni del 1900 le università iniziarono a costruire grandi stadi che in alcune occasioni superavano i 100.000 posti (come lo stadio Michigan e il Neyland Stadium, in Tennessee). Purtroppo sussisteva ancora il problema del regolamento mal strutturato, infatti nella stagione del 1905 ben 18 atleti morirono sul campo, il che costrinse il Presidente Roosevelt a imporne una modifica immediata.

Il 12 gennaio 1906 è la data che segna la nascita della NCAA (National Collegiate Athletic Association), il comitato che modificò il regolamento prima inadatto inserendo nuove regole tra cui quella del passaggio in avanti, fondamentale per definire il gioco in generale e soprattutto il ruolo del quarterback.

NCAA logo
Logo della NCAA per il football americano

La NFL

La lega professionistica del football negli Usa appare solo dal 1920 con il nome di APFA, American Professional Football Association, che nel 1922 diventa la NFL (National Football League) che conosciamo oggi. All’inizio questa lega non aveva una definizione precisa né delle squadre né del campionato, solo col passare degli anni vennero definite le varie Conference e Division: oggi il nel campionato si battono 32 squadre divise in 2 Conference (AFC e NFC) e 4 Division (North, East, South e West).

Probabilmente se seguite gli sport in generale avrete sentito parlare del Superbowl, se invece non sapete cosa sia è semplice: si tratta della finale del campionato della NFL. Nei primi anni della lega per vincere il campionato bastava avere la percentuale maggiore di vittorie, le squadre però erano poche e quando comparvero le Conference si decise che la finale doveva essere disputata tra le squadre vincitrici delle due conference. Il primo Superbowl fu giocato nel 1966, da cui uscirono vincitori i Green Bay Packers, e il nome è rimasto invariato da allora.

Green Bay Packers Superbowl
Superbowl I, Green Bay Packers vs Kansas City Chiefs al LA Coliseum

COME ARRIVA IN ITALIA

Dopo aver parlato della storia del football statunitense è il momento di raccontare anche quella del football italiano, che ha superato numerosi ostacoli per arrivare ai giorni nostri.

Alla fine della Seconda guerra mondiale lo sport arriva in Italia grazie ai militari venuti dagli Usa, il 1° gennaio 1945 Army e AirForce disputano infatti una partita a Firenze denominata Spaghetti Bowl. In realtà l’anno prima era stata giocata una partita a Bari, sempre tra militari, ma fu di touch football (senza placcaggi, blocchi o protezioni).

L’interesse verso questa disciplina era in ascesa ma i costi per le attrezzature erano troppo alti per le nuove squadre. I giocatori si limitarono a sfidare i militari delle basi NATO, così da migliorare le proprie abilità.

Prime idee di campionato

I primi tentativi di costituire un campionato risalgono al 1977, ma la federazione non ha mai riconosciuto le gare di quell’anno. Solo tre anni dopo, ovvero nel 1980, nasce il primo campionato di football in Italia sotto la LIF (Lega Italiana Football americano) in cui vinsero i Lupi Roma, i primi a laurearsi campioni d’Italia in questo sport.

Negli anni ottanta dominarono le squadre dei Rhinos Milano e Frogs Legnano mentre lo sport acquistava “fama”, grazie anche alla rilevanza che lo stesso aveva oltreoceano. Alcune partite vennero trasmesse dalla RAI e altrettante riviste saltarono fuori dal nulla, insomma c’era un vero e proprio boom di questo sport.

Dopo il successo di quei tempi iniziarono però i primi problemi: si potrebbe dire che la colpa è da attribuire all’avvento delle pay-tv (che attiravano gli sponsor verso altri sport) o l’esaurimento della folla di primi appassionati, ma la realtà è che l’economia che girava attorno al football italiano non era favorevole. A Bologna, le due squadre storiche dei Doves e dei Warriors (tutt’oggi esistenti) tentarono la fusione nel 1989 per sopravvivere ma scomparvero due anni dopo. Intanto anche i Rhinos Milano si scioglievano mentre i giocatori andavano verso altre squadre, così come altre piccole realtà andavano e venivano.

Derby Doves Warriors
Doves vs Warriors, foto di uno dei tanti derby di Bologna

Divisione e riunificazione

Nel 2000 ci fu il punto più critico per la storia del football italiano: a seguito di una situazione economica insostenibile il CONI decise di espellere la federazione. Il football era senza appoggi e rimase così per 3 anni fino a che nel 2003 ci furono addirittura 3 campionati in contemporanea. La neonata FIDAF organizzò l’Eleven Bowl in cui vinsero gli Sharks Palermo, mentre i Nightmares Sorrento vinsero il Penisola Bowl e i Lions Bergamo vinsero il campionato Golden League della FIAF.

Dal 2004 il football ricomincia a presentarsi come sport, nasce anche la NFLItaly che continua la tradizione della FIAF nel far disputare il campionato. Nel 2008 però avviene un’ennesima scissione quando le squadre più forti e conosciute escono dalla NFLItaly per creare la IFL, una lega a girone unico in cui si sfidarono i “più forti” del football italiano.

Dal 2009 c’era il clima giusto per la riunificazione di questo sport, alcuni ex-giocatori avevano rifondato squadre storiche ma i campionati erano ancora divisi. La IFL rimase come denominazione fino al 2014 ma dobbiamo ricordarci anche della FIDAF, dal 2008 organizzava i campionati di livello inferiore ma aveva acquisito importanza fino a conquistare la denominazione di Superbowl per la finale di campionato nel 2012. La FIF aveva cercato di mantenere il nome Superbowl ma tutte le squadre che avevano vinto una finale in Italia erano ormai parte della FIDAF.

La Federazione Italiana Di American Football (FIDAF) ha oggi al suo interno più del 95% di tutte le squadre comprese sul territorio italiano.

Logo FIDAF
Logo della FIDAF, principale federazione per il football italiano

IL GIOCO

Dopo aver spiegato come il football si è diffuso nel nostro paese, ora sarà meglio spiegare anche come funziona. Non aspettatevi nulla di simile al rugby, si somigliano solo all’apparenza.

Il Campo

Lo scopo di una partita di football è quello di fare meta, detto all’italiana, o touchdown (TD) come sentireste dire da un qualsiasi giocatore. Per arrivare a fare TD bisogna percorrere tutto il campo che è lungo 100 yards e largo 53, dette così sembrano tante ma in realtà sono solo 92 metri visto che 1 yard equivale a 0,92m.

Le aree di meta, che si chiamano endzone, sono un prolungamento del campo su entrambe le estremità e sono di 10 yards ciascuna. Per tutta la lunghezza del terreno da gioco ci sono due linee tratteggiate parallele, si chiamano hashmarks e servono per delimitare il punto massimo, a destra e a sinistra, da cui parte un’azione.

Alla fine di entrambe le endzone ci sono i pali, sono a forma di Y un po’ squadrata e servono per i punti addizionali (PAT) dopo un TD o per i calci piazzati.

stadio da football
Stadio di football degli Atlanta Falcons

Ora che sappiamo com’è il campo, spieghiamo come si avanza per arrivare in meta. Lungo tutto il terreno di gioco ci sono delle linee orizzontali messe a 10 yards di distanza l’una dall’altra, per avanzare si hanno 4 possibilità (4 down) per superare quelle 10 yards e ricominciare l’azione dal punto in cui il portatore di palla è stato placcato.

Se al quarto tentativo non vengono compiute 10 yards allora la squadra in attacco dovrà fare un calcio di allontanamento chiamato punt, che consegnerà la palla all’altra squadra.

Attacco, difesa e special teams

Nel football le squadre sono molto numerose, le rose principali arrivano ad un massimo di 53 giocatori ma ce ne sono altrettanti che compongono la practice squad, la squadra che fa allenare la formazione titolare. Aggiungendo lo staff, cioè gli allenatori e il resto del personale, si arriva al centinaio di persone.

Ogni squadra ha tre formazioni principali: attacco, difesa e special team. Sono tutte e tre composte da 11 giocatori e hanno tre funzioni diverse, attacco e difesa parlano da sé ma gli special team cosa fanno? Si chiamano così perché entrano in campo in situazioni “speciali” cioè nel punt, nel kickoff (e kickoff return) e nel PAT (punti addizionali).

Il kickoff è il calcio che avviene all’inizio della partita, all’inizio del terzo quarto di gioco e dopo ogni TD. Fino al 2010 si faceva dalle proprie 30 yards ma nel 2011 è stato spostato sulle proprie 35. Il kickoff return è intuitivo, è l’azione di ritorno che fa la squadra quando riceve un kickoff. Si potrebbe infatti dire che sono due azioni in contemporanea.

Come avrete intuito il football è molto schematico, si basa sulla strategia per ogni azione e ha schemi e formazioni precise sia per l’attacco che per la difesa. Il modo principale per avanzare è il passaggio, il quarterback è il giocatore che passa la palla ai ricevitori che poi corrono verso la meta. Un altro modo per guadagnare terreno sono le corse, in questo caso è il running back che prende il pallone e corre evitando i placcaggi per segnare.

running back hand-off
hand-off tra il QB Tom Brady e il RB Rex Burkhead

I CAMPIONATI ITALIANI

In Italia il football è leggermente diverso rispetto a quello degli Usa. Le strategie e gli schemi sono le stesse ma le regole cambiano a seconda del campionato. Ci sono 3 campionati principali senior cioè la I° Divisione, la II° Divisione e la III° Divisione, quest’ultimo si gioca 9 contro 9 al posto di 11 contro 11. Tutte e 3 le stagioni regolari si svolgono da febbraio/marzo fino a giugno/inizio luglio per le finali. Come abbiamo detto per l’arrivo del football in Italia, i campionati non sono sempre stati questi, le varie federazioni ne hanno creati tanti nel corso del tempo. Il regolamento è uguale per tutte e tre le divisioni, che è quello dell’NCAA filtrato dalla IFAF.

Le Divisioni

La massima categoria (I° Divisione) è composta da poche squadre che sono però le più forti d’Italia. La loro stagione inizia generalmente qualche settimana prima delle altre, siccome le squadre sono poche e di tutta Italia e devono viaggiare molto per “scontrarsi” tutte. Questo è l’unico dei 3 campionati che permette di avere dei giocatori americani a roster, solo due americani possono essere in partita contemporaneamente. Le formazioni si affrontano in campo in 11 contro 11, si può dire che la I° Divisione sia la più simile al college football statunitense. La finale di questo campionato è il Superbowl Italiano.

La II° Divisione ha un numero di squadre più alto, nel 2020 erano addirittura 61 le formazioni iscritte per la stagione. Anche queste squadre si affrontano 11 contro 11, ma non è permessa la presenza di americani. Il livello di competizione è inferiore rispetto alla I° Divisione ma alcune rose sono comunque molto forti.

La III° Divisione (o CIF9) è il campionato senior minore, infatti si gioca in 9 contro 9 e le squadre hanno una rosa meno numerosa. Nonostante le formazioni iscritte siano quasi pari alla II° Divisione, anche qui il campionato è nazionale. Il gioco 9 contro 9 vuole che si tolgano due ruoli dall’attacco e due dalla difesa, le strategie cambiano di conseguenza.

In seguito ci sono i campionati Under, che sono U19 e U16. La U19 è detta anche “college” data l’età dei giocatori, questo campionato si gioca 9 contro 9 come in III° Divisione. La U16 è paragonabile invece alle prime fasi dell’high-school americana ma si gioca 7 contro 7, ben 4 giocatori in meno rispetto alla massima serie.

VECCHIE GLORIE

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